Palai a Pisa e Olivieri a Modena. Carrozzerie differenti ma non troppo
Ci sono carrozzerie che dimostrano di essere validi centri di psicologia, che dimostrano capacità nel curare gli interessi del cliente, di valorizzare il proprio gruppo di lavoro e di raccontare una filosofia di qualità del lavoro legata a doppio filo ai valori di Federcarrozzieri.
Carrozzeria Palai a Montopoli val d’Arno (Pisa) e Carrozzeria Olivieri a Castelnuovo Rangone (Modena), due realtà medio piccole, che svelano il segreto del loro successo di carrozzerie indipendenti, fatto di costruzione quotidiana della fiducia e di scelte di non convenzionarsi, ovvero di non accettare accordi al ribasso con le compagnie assicurative così da assicurare al cliente un servizio esclusivamente rivolto all’automobilista e alla sua sicurezza.
Palai e Olivieri raccontano insieme della loro comune filosofia del lavoro, del loro successo e delle loro aspirazioni: prima fra tutte conquistare la Kamčatka.
Cogliendo l’occasione di un incontro a Bologna fra le associazioni di carrozzerie indipendenti europee, io Alessio Maioli e il collega Enrico Olivieri, matto almeno quanto me (ma attendiamo i risultati di un’apposita commissione che ne stabilisca il primatista), ci siamo incontrati per confrontarci su alcuni temi e nel parlare abbiamo realizzato di essere due casi atipici nel settore. Entrambi entriamo nel mondo della carrozzeria dalla scrivania anziché dal portone, anche se il virgulto modenese può vantare dalla sua una tradizione di famiglia fatta di lamiere e vernici, io al massimo un fratello idraulico.
Eppure se ci paghiamo uno stipendio tutti i mesi qualcosa dovremmo pur aver imparato a fare, oltre appunto a pagarci lo stipendio.
La verità è che da un certo punto di vista siamo fortunati perché se fino a una ventina di anni fa nelle realtà medio piccole come le nostre un ruolo di responsabilità in mano ad un non operativo era impensabile, oggi è diventato fondamentale qualcuno che in azienda riesca a gestire tutte le complessità che questo lavoro, come tanti altri, si è portato dietro nella sua evoluzione.
Oggi aziende come le nostre necessitano di una figura che riesca a coordinare tutto l’universo che gli gira intorno, fatto di clienti, fornitori, collaboratori, professionisti contabili, consulenti della sicurezza, esperti di marketing, e chi più ne ha, più ne metta. Per non parlare dell’evoluzione etico/commerciale inevitabile se non si vuol rischiare di finire a lavorare a prezzi di costo.
Noi che per esempio abbiamo sposato la filosofia di Federcarrozzieri lo sappiamo bene e per fortuna possiamo anche vantare dei risultati che marcano la differenza fra chi ha sempre preso questo mestiere come un alibi per fare altro e chi di questo mestiere campa a testa alta.
Arrivare a promuovere, sostenere e diffondere azioni capaci di condizionare le scelte della politica per garantire a tutti i cittadini due diritti sacrosanti come quello di poter riparare l’auto dal proprio carrozziere di fiducia e quello di pretendere l’integrale risarcimento del danno attraverso una legge bellissima del 2017, è costato da parte nostra un enorme sforzo e dispendio di energie sottratte alle nostre aziende e che niente aveva a che fare con la concretezza del lavoro in officina.
Tuttavia, tutto ciò oggi ci permette di lavorare con dignità alle condizioni di mercato e non a quelle imposte da chi ha interessi miseramente contrapposti. E questo è talmente concreto che alla fine del mese fa la differenza fra aver lavorato e aver passato del tempo.
Insomma oggi una figura che si occupa di tutto il contorno vale quanto chi materialmente e sapientemente si occupa di resuscitare la auto sinistrate. Costruirsi un ruolo centrale fra il cliente e la propria squadra è estremamente faticoso ma alla lunga, se si riesce a trovare l’equilibrio giusto, consente all’azienda di mettere in piedi automatismi eccellenti che rendono compatibile ogni operazione altrimenti slegata dalle altre.
Da prima che un cliente varchi la soglia del nostro cancello (con il marketing) a quando abbiamo contabilizzato la fattura relativa alla riparazione del suo veicolo, ci sono infiniti passaggi che devono incastrarsi fra loro come un puzzle il cui numero dei pezzi varia in base alla complessità del sinistro, e scorrere placide come un fiume verso il mare. A noi spetta il compito di agevolare tutte queste situazioni e di trovare pace solo quando riusciamo a vedere il quadro finito. E di non far straripare il fiume.
Nel fare questo spesso ci ritroviamo ad essere più psicologi che carrozzieri, sia per gestire le dinamiche interne che per arginare le derive emotive che un incidente può inevitabilmente causare in chi l’ha subito. Ma in fondo è solo il segno del tempo che ha reso questo lavoro più complesso ma non meno affascinante.
Nell’era in cui lo storytelling della propria azienda ne sottolinea l’assoluta unicità, noi Olivieri e Palai ci riteniamo abbastanza matti da incrociare i nostri destini facendo d’ora in avanti alcune cose insieme. Per cui se vi sembrerà di aver già visto un reciproco contributo da qualche parte, sappiate che dal Valdarno al Modenese non c’è tutta questa distanza.
Poi se la cosa funziona passeremo a conquistare il resto d’Italia. E la Kamčatka.